Renzi diXit




La politica è bellezza, è passione, è orizzonte
non la sterile rivendicazione delle cose che non vanno.


giovedì 27 settembre 2012

Guardando D'Alema in televisione su Renzi

D'Alema: ...Io temo che a  quel punto Se Renzi vince non c’è più il centro sinistra ...O renzi pensa di ottenere una maggioranza assoluta. ... Cose già sentite

Il sottoscritto: Ci si unisce intorno un programma non su di un cartello elettorale. Quando si ragione invece nel vecchio modo si deve necessariamente tener conto di una mappa delle identità scadute lo scorso secolo. Bisogna essere innovativi: la politica delle alleanze si può fare solo  sulle cose da fare. Perché se ci si orienta solo sui valori si fa presto a far retorica ma poi in effetti significa che il successo di un punto programmatico può significare la crisi di coscienza di un alleato. E di fronte ad una crisi di coscienza non c’è regola di maggioranza che regga. E’ già successo innumerevoli volte al centro sinistra ma quando impareremo? . La foto di Vasto era un accordo tra dirigenti di partito invece sfumato appena è cambiata la scena e quindi le strategie degli “alleati”. Non ci servono foto di Vasto aggiornate. Si può polemizzare su tutti e con tutti: finchè l’unico programma in campo è quello di Renzi e gli altri parlano sostanzialmente d’altro certo che si fioriscono  soprattutto le polemiche; ma questo che c’azzecca con un accordo di programma per il governo? Anche D’Alema sul programma di Renzi infatti non ha detto una parola che è una.


D'Alema:Noi abbiamo cercato alle elezioni  i voti del centrodestra  per battere Berlusconi Renzi li ha chiesti per battere noi, per battere Bersani. Mi permetto di dire che è piuttosto diverso.  No guardi una cosa è chiedere alle elezioni i voti contro Berlusconi altra cosa è chiederle alle primarie per battere  il gruppo dirigente del  centrosinistra. non per sconfiggere Berlusconi lui li chiede contro  il gruppo dirigente storico del centro sinistra. Due modi diversi di chiederli. Elettori e ceto politico della destra.  Preoccupazione che queste primarie di ventino una rissa. Dopo le risse non è facile ricomporre l’unità di un partito e di una coalizione con cui occorre governare il paese.  Ecco perché Bersani 

Il sottoscritto:D’Alema cerca sempre il voto contro qualcuno. Renzi cerca un voto intorno un programma. Il programma può coinvolgere anche delusi Berlusconiani e questo è un punto di forza della politica proprio  del PD non solo di Renzi. Ma per D’Alema il voto vale soprattutto a vincere un nemico piuttosto che porre le basi di consenso intorno a delle scelte amministrative verificabili a quanto pare.

D'alema: Io non ho mai chiesto di essere candidato!  è il partito che deve decidere. Io ho un impegno significativo.  Se questa esperienza questo lavoro utile. Appartiene alla normalità della vita dei partiti. Io sono profondo convinto che occorre il rinnovamento. Noi abbiamo già avviato un grande rinnovamento all’interno del nostro partito. Il partito democratico decida poi io farò le mie valutazioni. Il partito democratico decida non possa sottrarsi al dovere di un partito che è quello di prendere le decisioni politiche. E’ un problema del gruppo dirigente storico del centro sinistra.

E qui che sento vibrare l’orgoglio di D’Alema ed è  qui che a me cascano tutte e due le braccia. Perché i politici non “limitano” la loro ambizione e l’orgoglio  di cambiare qualcosa per i cittadini invece di rispondere alla chiamata dal partito per chissà quale fumosa missione storica? Ma poi il partito chi? Le sezioni? No di certo: le oligarchie che cominciano a ragionare e trattare intorno alle liste. Tutta gente alla quale D’Alema da del tu tutti i giorni e così da anni. Con Renzi ci sarà in questo senso una rivoluzione copernicana chi si candida a qualche cosa lo farà solo perché pensa di essere in grado di raggiungere obiettivi concreti misurabili anche dal comune cittadino. L’ambizione è di vedere i risultati realizzati. Noi vogliamo amministratori capaci i missionari vanno bene in Africa.

appunti da un paese ancora in difficoltà: serve più cambiamento

La produttiva
Gli anni duemila hanno vista la globalizzazione dell’economia, l’aumento della competizione internazionale, l’introduzione dell’Euro che per l’Italia ha significato, tra l’altro l’impossibilità di svalutare così come avveniva prima con la lira. Così dal 2000 se andiamo a confrontarci con gli altri paesi europei per esempio su quanto costa la produzione di uno stesso prodotto o servizio osserviamo che in Italia il costo è salito del 2,7% l’anno ma in Germania solo dello 0,2% in olanda dello 0,5% e in Francia  dello 0,6%. Questo significa che la perdita di competitività dell’Italia rispetto alle altre economie è stato di circa il 2% l’anno e quindi di 20% nel decennio. Questo è il divario che si sta accumulando nell’area EURO e intanto tra noi e la Germania.
L’ora di lavoro in Italia rende mediamente 1,04 in più rispetto al 2000 Mentre quella europea è salita all 11%. Ma in Germania siamo al 17% mentre in Francia siamo al 13%.
Le infrastrutture nel paese oggi
Nelle infrastrutture abbiamo perso del tutto il vantaggio competitivo che avevamo accumulato negli anni del boom economico anni 60.  L’indice di dotazione di autostrade per abitante era di 154 nel ’70 si è dimezzato nel 2006 (73).
La quota delle merci trasportate su ferrovia è rimasta inalterata per 18 anni dal 1990 al 2008.
E’ chiaro però che il problema sta nel manico.
E’ anche  vero infatti come nei 25 anni precedenti in Italia abbiamo speso 600 miliardi nelle infrastrutture quindi più che negli altri paesi europei .
Ma vi sembra naturale che un kilometro di autostrada in Italia costi il doppio che in Germania.
Vi sembra naturale che il costo dell’alta velocità è il triplo che in spagna e noi pur avendo investito siamo rimasti indietro
Che La Salerno Reggio Calabria costerà più di quanto la sonda (IL ROVER CURIOSITY) su marte è costata alla NASA
I  costi dell'energia
L’energia le aziende italiane la pagano circa il 30 per cento in più rispetto al resto d’Europa. Il costo del megawatt in Italia è mediamente intorno ai 60 euro, in Germania è di 38, in Spagna del 36. Pesa non tanto la scelta di rinunciare al nucleare quanto l’assenza di un piano alternativo. Si è esagerato nell’incentivo al fotovoltaico (che costerà 90 miliardi ai contribuenti nei prossimi 10 anni) e nella dipendenza dai gasdotti. Con il fotovoltaico si intasa la rete durante il giorno mentre di notte si vive con centrali tradizionali che per recuperare gli introiti diurni fanno pagare il megawatt notturno più della media. Un paradosso.
I ritardi nella Pubblica Amministazione (P.A.)
In Italia sono necessari 180 giorni per i pagamenti nella P.A. in Europa ne bastano 65: siamo gli ultimi in Europa. Le stime più recenti parlano di circa 90 miliardi di EURO di debito dello stato e amministrazioni locali verso le aziende private. Il record spetta alla ASL di Napoli 1 centro: che scandalosamente paga i propri fornitori a 1.676 giorni, ovvero in più di quattro anni e mezzo!
Per costruire un capannone il Italia servano mediamente 258 giorni e ben 11 procedure In Germania  la media è 97 giorni e 9 procedure.
Solo ultimamente il ministro Passera ha imposto per legge la riduzione dei tempi infiniti con cui la Corte dei Conti approvava le delibere CIPE portandola da 14 a 3 mesi. 
Ma non è un mero problema di riduzione dei costi
270 miliardi di euro(l11,4 del PIL) è il costo per gli stipendi del personale della P.A. in Italia è ma è più o meno la stessa percentuale di PIL degli altri paesi europei anzi è un po’ più bassa. E non è neanche in crescita (0,4% negli ultimi 10 anni) Perché negli ultimi sei anni i sistemi di blocco del personale hanno funzionato. Ma non c’è l’efficienza nella P.A.. Se siamo pieni di forestali in Calabria dobbiamo far si che la Sila e l’Aspromonte siano luoghi visitabili. Ma non abbiamo l’efficienza perché non abbiamo un sistema di valutazione degno di questo nome ma non è un problema di costo del personale. Il problema allora non si risolve licenziando i forestali della Calabria. Si risolve invece andando a vedere come mai la spending review non è stata fatta.
Per la P.A. ci sono poi 120 miliardi di acquisti che corrisponde all’ 8 per cento del PIL era il 5,9 fino a qualche anno fa perché la P.A. continua a far crescere il volume degli acquisti. .Senza contare che poi ci sono 40 miliardi dati come contributi alle aziende dove non si vedono risultati concreti.

Un passato da rottamare per ricominciare a sperare

Negli ultimi 25 anni sistema scolastico rimasto ai margini, non abbiamo investito nel capitale umano e nella società della conoscenza. Questo è il paese che si trova il lavoro perché si conosce qualcuno e no perché si conosce qualcosa. Occorre rottamare il passato, aprirsi a nuove energie, lanciare il segnale di un cambiamento netto. un taglio con il passato perché solo così Possiamo candidarci a costruire il futuro senza dover portare la giustificazione. La generazione precedente ha considerato il domani come un immensa e gigantesca discarica dove rovesciare tutte le questioni che non potevano essere risolte. Negli ultimi 25 anni il debito pubblico rispetto al PIL è semplicemente raddoppiato. Dal 60 al 123per cento rispoetto al PIL. Il futuro è stato visto come il luogo dove continuare a far finta di niente.  Il futuro è visto come una minaccia, una preoccupazione, ma poi si agisce come se non dovesse mai arrivare Occorre una nuova stagione, quindi anche nuovi volrti, dove. i politici ritornino ad essere percepiti come i depositari dei sogni e non solo come i traditori degli interessi comuni La grandezza di una forza di sinistra deve essere la capacità di costruire il futuro e non soltanto di temerlo. Noi vogliamo cambiare il destino dei nostri figli non solo la classe dirigente. Noi non veniamo dal pianeta delle chiacchiere. Cambiare sapendo dare del tu al dolore ma anche alle speranze della gente.

mercoledì 26 settembre 2012

Lettera d'invito a  questo Blog inviata ai miei amici e conoscenti.

Carissimi, perchè invitarvi a questo Blog
camminare insieme, questo è il vero premio per chi svolge  attivamente politica nel quotidiano. Potersi riconoscere l’un l’altro compagno di strada, condividere un destino, questa è la fortuna di questo tipo di viaggio. Dopo molti anni di passioni politiche alle mie spalle, posso dire che è veramente essenziale come la buona politica possa regalare queste emozioni.  Io come Voi , riconosco come successi forti nella vita mia quelli non dipesi dal denaro né da quanto in alto stava la sedia su cui siamo riusciti a sederci, ma piuttosto  quelle situazioni in cui siamo riusciti a fare la differenza nella vita degli altri. Ecco perché Vi scrivo.

La mia scommessa
Voglio impegnarmi nelle sfida delle primarie per far vincere Renzi. Il senso della mia scommessa politica oggi è questo: c’è già un Italia pronta ad assumere la sfida del cambiamento. Un Italia che pensa utile e giusto investire nel lavoro invece che non nelle rendite finanziarie o in programmi di fuga all’estero. Un Italia che vive l’altruismo, il farsi carico dell’altro come valore costitutivo centrale della propria identità. Un’Italia che si rimbocca le maniche nel quotidiano sforzo di costruire una prospettiva concreta per il futuro facendo allo stesso tempo quadrare i conti. Secondo me oggi Renzi rappresenta il cambiamento possibile e concreto per una sinistra non rinunciataria e finalmente  all’attacco. Renzi è al centro di questa Italia. Da qui vedo emergere la cultura ecologica di chi riconoscendo i limiti oggettivi delle risorse date e ricerca pazientemente la virtuosa gestione di quei limiti stessi. Allora il mio appello: basta con la cultura del piagnisteo, proviamo a metterci in gioco.

Ne vogliamo discutere?
Credo mi riconosciate quanto sia importante per me, nello sfidare nuovi obiettivi,  la  voglia di provare lo stupore, la meraviglia che guida e anticipa di un attimo il cambio di direzione, lo spostamento del punto di vista, la novità, il cambiamento;  quel sentimento che ti cambia e così qualche volta ti salva. Ed eccomi qui allora con la mia solita passionaccia per il dialogo ed il confronto.   Questo è il mio blog personale, lo spazio in cui comincio a ragionare pubblicamente su questa nuova esperienza politica a partire dalla domanda: riusciremo con Renzi a cambiare l’Italia?. E’un blog che forse diventerà un diario. In ogni caso la mia segreta (si fa per dire ovviamente) speranza è che almeno qualcuno troverà il tempo per aiutarmi almeno a sbagliare meno come in passato d’altronde è sempre avvenuto.
Nel mio blog naturalmente sono pronto a raccogliere saluti, impressioni, consigli,  critiche: a parte gli insulti e gli sputi va tutto bene.

Intanto mia cari amici e conoscenti almeno mi sono preso l’occasione per salutarvi tutti insieme e ufficializzare questo personale impegno intanto preso con Voi.

Sperando di aver fatto cosa gradita,

Stefano.